commerciale decisamente no... temo che l'unico modo di far soldi sia sposare un qualche emiro arabo. ce ne sono di liberi? in alternativa mi va bene anche montezemolo figlio...
però è vero che fa bene allo spirito e al cuore! io sono latinista, se proprio devo scegliere... ricordo una scena incredibile, con me che seduta sul balcone la notte prima di dare latino 1 leggevo questa poesia e PIANGEVO di commozione...
LXXVI. Si qua
Siqua recordanti benefacta priora voluptas
est homini, cum se cogitat esse pium,
nec sanctam violasse fidem, nec foedere nullo
divum ad fallendos numine abusum homines,
multa parata manent in longa aetate, Catulle,
ex hoc ingrato gaudia amore tibi.
nam quaecumque homines bene cuiquam aut dicere possunt
aut facere, haec a te dictaque factaque sunt.
omniaque ingratae perierunt credita menti.
quare iam te cur amplius excrucies?
quin tu animo offirmas atque istinc teque reducis,
et dis invitis desinis esse miser?
difficile est longum subito deponere amorem,
difficile est, verum hoc qua lubet efficias:
una salus haec est. hoc est tibi pervincendum,
hoc facias, sive id non pote sive pote.
o di, si vestrum est misereri, aut si quibus umquam
extremam iam ipsa in morte tulistis opem,
me miserum aspicite et, si vitam puriter egi,
eripite hanc pestem perniciemque mihi,
quae mihi subrepens imos ut torpor in artus
expulit ex omni pectore laetitias.
non iam illud quaero, contra me ut diligat illa,
aut, quod non potis est, esse pudica velit:
ipse valere opto et taetrum hunc deponere morbum.
o di, reddite mi hoc pro pietate mea.
Se c'è qualche gioia per un uomo che ricorda
il bene compiuto in passato
e riflette sul fatto che è stato fedele
e non ha violato la sacra alleanza, nè con alcun inganno
ha sfruttato gli dèi per ingannare gli uomini,
allora, Catullo, nella lunga vita che hai davanti,
molte gioie sono già pronte per te da questo ingrato amore.
Infatti, qualunque cosa di buono gli uomini possano dire
o fare, questa tu l'hai detta o fatta:
e tutte sono finite in nulla, affidate a un animo ingrato.
Perché dunque ti crucci ancora?
Perché non fortifichi l'animo e ti stacchi da questi pensieri,
e, visto che gli dèi ti sono contrari, non cessi di essere triste?
E' difficile spogliarsi improvvisamente di un lungo amore,
è difficile, eppure bisogna che questa cosa, nel modo che vuoi, tu la faccia:
questa è la tua sola salvezza, questo traguardo devi raggiungere,
fallo, che tu possa o non possa.
Dèi, se è in vostro potere provare misericordia, o se mai a qualcuno
già preso dalla morte stessa avete porto l'estremo aiuto,
guardate me disgraziato e, se ho vissuto la vita in modo giusto,
strappatemi via questa peste pericolosa,
che serpeggiandomi come un torpore per le membra
mi strappa dal petto ogni gioia.
Non chiedo fino a questo punto, che ella ricambi il mio amore,
o che - cosa impossibile - voglia essere pudica.
Chiedo di star bene io, e di deporre questo tetro morbo.
Dèi, fatemi questa grazia in cambio della mia pietà.
La traduzione è mia... e avendola riletta, non vi pare che la descrizione di questa "malattia che striscia" ricordi anche certi passaggi di Frollo in Notre Dame? forse è solo la suggestione, lo sto riascoltando ora...