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| Qualche giorno fa mi è stato regalato il cd con i brani dello spettacolo. Sono sempre fermamente convinta di volerlo vedere. Il tema è trattato con affetto e disincanto prendendo le distanze dal giro di affari intorno alla figura del Santo Frate. C'è Padre Pio bambino che si differenzia dai coetanei per la voglia di restare solo a pregare. C'è Padre Pio adulto che soffre e si dispera quando viene scelto da Dio per portare la sua sofferenza "soffro perché non mi vieni a pigliare" frase che tutti conosciamo dalla televisione come solita in bocca al Frate. C'è Padre Pio inflessibile coi peccatori, c'è Padre Pio infastidito dal clamore attorno a lui. C'è Padre Pio incrollabile davanti al demonio. C'è il popolo povero e disperato che si dibatte tra le difficoltà quotidiane e si divide tra la fede e l'affetto per il Frate con la volontà di difenderlo e la possibilità di uscire dalla miseria grazie alla sua notorietà. C'è la lingua vera del foggiano grazie ad interpreti locali, l'accento del popolo del paesino del sud. C'è la musica del sud, la tarantella, i tamburelli, i pifferi. C'è il profumo del sud, quello della gente che lavora, che sa di terra e di dignità. Ci sono testi poetici, semplici, immediati e colti che si insinuano sotto pelle e arrivano dritti al cuore.
Uno spettacolo emozionante, toccante e vero. E sto parlando solo di audio! Si può credere o non credere, ma non si può restare indifferenti.
Non convince molto il frate stesso, troppo mite e uguale nell'interpretazione: avrei immaginato resi meglio gli stati d'animo descritti su e mi piace pensare a quello che avrebbe potuto fare Vittorio con una parte del genere.
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