Come promesso, eccomi a raccontarvi di sabato scorso…o almeno a provarci, visto che ancora sto cercando di rimettere insieme le sensazioni e le emozioni che questa esperienza mi ha lasciato dentro.
Da dove comincio? Forse dalla mia agitazione al momento di prendere il taxi per il Gran Teatro sabato pomeriggio, testimoni divertite Grazia e Laura. Vittorio la settimana prima mi aveva proposto di assistere ai preparativi e all’intero spettacolo dal backstage anziché dalla platea, visto che comunque lo avevo già visto diverse volte e vi avrei assistito anche domenica. Naturalmente ho accettato con gioia e curiosità nonché, lo confesso, con un pochina di apprensione.
E infatti sabato pomeriggio ero agitatissima…e l’agitazione è aumentata ancor di più quando con il tassista abbiamo realizzato che la marea di macchine dirette allo stadio per Lazio-Juventus stava bloccando la strada per il teatro (che in parte è la stessa). Per un po’ ho temuto che non saremmo mai arrivati ma per fortuna alla fine il tassista è riuscito a trovare una scappatoia e siamo riusciti a tirarci fuori da quell’inferno.
Scesa dal taxi, mi sono diretta verso l’entrata e dopo qualche minuto di attesa per i dovuti controlli gli addetti mi lasciano entrare…Pochi metri e Vittorio mi viene incontro, accompagnato da Giovanna Flora, che, gentilissima ci scorta verso il backstage. Entriamo nell’ufficio dove mi consegnano il pass e poi Vittorio mi fa strada verso il suo camerino…che onore!!! Solo il tempo di lasciare il cappotto e la borsa e comincia la mia visita turistica (con annessa guida d’eccezione) a quello che non ho tardato a definire “il paese dei balocchi” Per prima cosa Vittorio mi fa salire sul palco…la vista dell’immensa platea ancora vuota toglie il respiro: posso solo immaginare cosa si possa provare nel vederla gremita di spettatori…dev’essere un’emozione pazzesca. Poi mi mostra il funzionamento delle scenografie e i vari “arredi”: il letto di Don Abbondio e quello di Lucia, i tavoli di “Vino, vino…”, il suo trono, la ragnatela di Don Rodrigo, il sistema di raccolta della pioggia sul “Padre Nostro” e ancora le pagnotte di pane che sembrano vere e in realtà sono degli enormi spugnoni dipinti, le spade, le lanterne, le pistole., la barca dell’”Addio ai monti” e tutto quello che viene usato in scena. Mi mostra anche la sala trucco, la regia audio e i costumi…a dir poco meravigliosi per le stoffe usate e la cura dei particolari. E intanto cominciano ad arrivare un po’ tutti: Giò, Christian (tutti e due), Chiara dolcissima che quando mi vede mi abbraccia dicendomi: “Amore!!! Ma cosa ci fai qua?”, Noemi altrettanto dolce che quando Vittorio ci presenta si ricorda di me e gli dice divertita che “noi però ci conosciamo già”, Andrea che è tenera e simpatica da morire…
Torniamo nel camerino di Vittorio e mi siedo a guardarlo mentre si trucca…posso assicurare che è bravissimo pure in questo
e l’effetto è impressionante, se non fosse per il suo meraviglioso sorriso quasi quasi farebbe paura sul serio. Nel frattempo, un po’ alla volta quasi tutti si affacciano alla porta del camerino, per un saluto, per uno scherzo o una battuta…C’è una bellissima atmosfera e credo che l’affiatamento e la stima sincera che hanno gli uni nei confronti degli altri siano fra i segreti del successo di questo spettacolo, oltre alla bravura di ogni singolo interprete, ovviamente.
Il costume di scena di Vittorio è uno dei più belli ed elaborati: pelli e stoffe pregiate, finiture preziose..Gli stivali sembrano quelli delle 7 leghe: semplicemente magnifici. E non parliamo dei guanti morbidissimi che sembrano una seconda pelle. Per la cronaca mi tocca pure l’onore di annodare i fiocchetti della camicia dell’Innominato...confesso che le mani leggermente mi tremavano…
E poi lo spettacolo finalmente sta per cominciare e Vittorio va a prepararsi a lato del palcoscenico. Io rimango a guardare dalla porta del camerino il via vai di tecnici, sarte e artisti nell’eccitazione generale che precede l’inizio. Ad un certo punto mi si avvicina una signora piccola piccola, adorabile, che mi chiede se mi sto divertendo e prendendomi entrambe le mani fra le sue mi dice che lei è una delle sarte, che è la prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene e che quei ragazzi li ama tutti, così come ama il suo lavoro..Le brillano gli occhi e mi fa quasi venire le lacrime agli occhi per la dolcezza con cui ne parla…Troppo bella!
Vittorio finita la prima scena è libero per il resto del primo atto ma invece di sedersi e rilassarsi comincia a guidarmi di volta in volta da un lato all’altro del palco per farmi godere degli scorci migliori...Vi giuro che ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta chi ero e cosa ci stavo facendo la…vedevo lo spettacolo sul palco contemporaneamente a quello che succedeva dietro, uno scorcio del pubblico e in più avevo Vittorio al mio fianco, in costume da Innominato che un po’ cantava i brani degli altri, un po’ mi spiegava le cose…Ma cosa si può volere di più dalla vita?
A questo proposito devo dire che una delle cose che più mi ha divertita è il fatto che, non sentiti
ovviamente dal pubblico, tutti cantano a squarciagola anche i pezzi degli altri…Per chi se lo fosse chiesto posso assicurare che Vittorio che canta “Cos’è questo fuoco” fa venire i brividi e che ho avanzato a nome di tutte la richiesta di sentirglielo cantare almeno una volta…chissà mai che non ci accontenti! E che dire del balletto stile tirolese che Vitto e Giò improvvisano sulle note di “La sposa”? Ma ve li immaginate con quei costumi? Era una visione assolutamente surreale e comica da morire…
Vittorio è rimasto buona parte del secondo atto sul palco e io me lo sono semplicemente goduto dall’ingresso del suo camerino, cercando di non disturbarlo e distoglierlo dalla concentrazione quando scendeva per qualche istante…Che emozione comunque sentire gli applausi del pubblico così forti e convinti…E la mula? E’ bellissima!!! Che occhioni, che orecchiotte lunghe lunghe e pellicciose…un amore!
E infine il Padre Nostro, dove tutti si commuovono, a chiudere lo spettacolo…Vittorio torna in camerino e si cambia velocemente pronto ad accogliere tutti quelli che entrano per un saluto, un autografo o una foto…Io mi metto in un angolino a guardarlo…è stanco ma come sempre disponibile e felice di accontentare tutte le richieste. Realizzo soltanto allora che, pur avendo la macchina fotografica con me, non ho fatto nemmeno uno scatto, ne gli ho chiesto quella foto con lui in costume di scena che tanto mi sarebbe piaciuto avere…eppure non lo rimpiango minimamente, so che non ha alcuna importanza perché i ricordi sono negli occhi e nel cuore, al sicuro. E’ così che doveva essere, è così che speravo che fosse.
Grazie, Vittorio, di tutto e con tutto il cuore…
chissà perché non riesco ancora a smettere di sorridere!
Edited by Dani64 - 29/11/2011, 20:58