| ......per Faenza:
La Madonna delle Grazie patrona principale della Città di Faenza e della Diocesi di Faenza-Modigliana La cronaca latina del convento di S. Andrea in Vineis, composta negli ultimi decenni del XV secolo, dice che l’Immagine della B. V. delle Grazie, che ora si trova in Cattedrale, fu dipinta nella Chiesa di S. Andrea “in vineis” (attualmente S. Domenico), nel 1412, come immagine votiva per la liberazione da una pestilenza, liberazione ottenuta per le preghiere espiatrici fatte in quel luogo, dopo l’apparizione della Vergine Maria a certa signora Giovanna. La Vergine sarebbe apparsa in atteggiamento ritto, con le braccia aperte e tenendo nelle mani tre frecce spezzate, ad indicare la collera di Dio fermata per l’intercessione delle preghiere di Maria. La cronaca testimonia che questo fatto avvenne nel 1412. Anche uno scrittore ravennate contemporaneo, autore di una cronaca degli arcivescovi di Ravenna, parlando della morte dell’arcivescovo De Pileo, avvenuta in quell’anno, scrive che “egli finì la sua vita nell’anno dell’Incarnazione del Signore 1412, quale fu dappertutto valida pestilenza”. Il 12 maggio (seconda domenica del mese) del 1420, nella chiesa di S. Domenico fu consacrato un altare in onore di quella BEATA VERGINE detta DELLE GRAZIE. Nel 1420-21 fu istituito presso il convento di S.Domenico un consorzio o Confraternita di devoti della B. V. delle Grazie, a cui il ministro generale (25 luglio 1421) concesse la compartecipazione al merito di tutte le buone opere fatte nell’ordine domenicano. Era probabilmente una Confraternita già esistente di Laudesi, o Battuti Bianchi, che si riuniva per cantare le Lodi della Vergine Maria, conforme alle consuetudini del tempo. Una pergamena del sec. XVII esistente nell’Archivio della Confraternita ci ridice un particolare privilegio, dal Padre il Frate Homberto generale dell’Ordine dei Domenicani, concesso ai devotis fidelibus utriusque sexus de congregatione Beatae Mariae Fratres Faventiae, datato 1261, anche se era un privilegio generale. I Confratelli si radunavano nell’Oratorio attiguo al convento di S. Domenico ed era intitolato a S. Pietro in Vincoli, da cui il nome della Confraternita che lo mantenne anche quando spostò la sede nella piazza dietro il Duomo, dopo che l’Immagine fu traslocata nel 1760. Un codice in pergamena del sec. XV, che tempo fa apparteneva senza dubbio alla confraternita, ritrovato nei depositi della Biblioteca Vaticana, porta questa testimonianza. Il codice comincia: [I]n lo nomine de Dio. Amen. Gli anni de quello sieno MCCCCXXVI ed è ancoy die XX de Aprile. Qui se comenza un librozolo de la compagnia di batudi di servi de Sancta Maria de le gracie. El quale gli infrascripti homini de la dicta Compagnia anno facto fare questo librozolo. I nomi sieno quisti: maestro Matio de Lipo, maestro Mengo de maestro Antonio barbiero, i quali hanno facto fare a tucte sue spexe questo librozolo per la compagnia de Sancta Maria da le gracie. La quale compagnia fo primieramente prinzipiada da fra Zohanne de Benedeto da la Ganga, priore de dicto lugo. Da questo preambolo apprendiamo che la compagnia, o confraternita delle Grazie ebbe principio in S. Domenico (nel 1420-21) per opera di fra Giovanni di Benedetto della Ganga, priore del convento - Priore del dicto lugo, - cioè luogo, ossia del convento di S. Domenico di Faenza, situato nel sobborgo Ganga. Il codice suddetto che si è cominciato a scrivere il 20 aprile 1426 a spese dei confratelli maestro Matteo di Lipo e maestro Mengo di maestro Antonio barbiere, due popolani, si riferisce appunto a questo uso del canto nelle confraternite dei battuti. Esso contiene una “tavola, ovvero, repertorio” di “laude” in volgare e altrettante orazioni (o ad oremus), che dovevano recitarsi coi relativi versetti dopo il canto di ciascuna lauda. Il maggior numero di esse riguarda la Beata Vergine, altre sono su Gesù e la santa Croce, gli Apostoli ed Evangelisti e altri santi; le due ultime laude, una a sant’Emiliano e l’altra al beato Nevolone, sono certamente faentine, perché, per quanto si sappia, questi due santi non furono venerati fuori della nostra città. Ci sono poi le Litanie dei Santi, secondo l’antico rito domenicano, perché la nostra confraternita era costituita in una chiesa dell’ordine. Nelle litanie dei domenicani la Madonna riceve i titoli di “Mater Misericordiae, Regina Angelorum, Domina Angelorum, Domina Coelorum, Via errancium, Medicina infirmorum, Consolacio mestorum” e si prega “ut civitatem istam cum omni populo suo pacificare, regere digneris”. Il codice, secondo le formule del tempo, finisce con queste parole: “Finito libro referamus gratias Christo. Amen. Qui scribsit scribat, semper cum Domino vivat. Deo gratias. Amen” (cfr. Lanzoni, Nuovi documenti, Boll. Dioc. 7-5-1921) La Beata Vergine Maria, col titolo di MADONNA DELLE GRAZIE è Patrona principale della Diocesi di Faenza-Modigliana. Tale fu proclamata nel 1931 e incoronata “Nomine Pontificis” e riconfermata anche quando alla Diocesi di Faenza fu unita parte della diocesi di Modigliana. Nel 1765 l’Immagine fu portata dalla Chiesa di San Domenico nella Cattedrale e collocata nella Cappella del transetto, dedicata allora ai santi apostoli Pietro e Paolo, e fu affidata alla Confraternita che da allora ne cura il culto. Ricordiamo in particolare i momenti in cui la città vide l’intervento miracoloso della Celeste Patrona: - 1630 - Una pestilenza devastò l’Italia settentrionale (la peste del Manzoni), ma si fermò a nord-ovest della città e Faenza rimase illesa. - Il 18 maggio 1631 il card. Cennini, Vescovo di Faenza incoronò l’Immagine della B.V. delle Grazie e la città offrì le chiavi d’argento. - 1781 - Faenza fu colpita da un terribile terremoto, ma non vi fu neppure una vittima. Fu istituita allora, come ringraziamento, la FESTA annuale del VOTO, il 4 Aprile, festa che ancora si celebra. - 1835 - Faenza fu liberata dal Colera. Come ringraziamento l’Immagine della B. V. delle Grazie fu posta sulle cinque porte della città. - L’Immagine della B. V. delle Grazie é venerata anche a Varsavia dove fu portata, a metà del 1600, da un missionario faentino e il suo culto si è diffuso tanto che nel 1653, a rendimento di grazie per la liberazione dalla peste, fu inviato come Ex Voto a Faenza lo stendardo detto “VOTUM VARSAVIAE” che tuttora pende dalla cupola del Duomo. - Nel 1985, la cappella della Madonna fu dichiarata SANTUARIO DIOCESANO dal Vescovo Mons. Francesco Tarcisio Bertozzi. - Nel 1991, per la celebrazione decennale, il venerdì precedente la Festa solenne, si é svolto il Pellegrinaggio Cittadino a partire da quattro punti della città, idealmente le quattro porte, riunendosi in Cattedrale dove il Vescovo con il clero e i fedeli rinnovò l’Atto di Affidamento della città e Diocesi alla Vergine delle Grazie. Mons. Francesco Tarcisio Bertozzi ha stabilito che questo rito si compia ogni anno come voto alla nostra Madre e Regina. - Ricordiamo infine la solenne consegna che il Papa Giovanni Paolo II lasciò ai Faentini, alla fine della Celebrazione tenuta in piazza, in occasione della sua visita alla Romagna il 10 Maggio 1986: “Lascio alla vostra città e Chiesa di Faenza questa missione che viene espressa con il nome amatissimo della Madonna, Maria, Vergine Madre di Dio, delle Grazie. Vorrei offrirvi di nuovo questo CARISMA con cui la vostra Chiesa vive da tanti secoli e che viene espresso con questa Immagine, tradizione, religiosità e devozione alla Madonna delle Grazie”.
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