Spero di non aver sbagliato sezione, nel caso contrario prego chi se ne occupa di spostare il mio topic nel luogo che riterrà più consono.
Forse state pensando: ma questa è fissata co' De Filippo?! Ma ha sbagliato forum?! No, cioè... un po' sì, per me è troppo importante questo artista, ma ho postato questa cosa perché ho notato che qui ci sono molti che, come me, sono appassionati di teatro. E ci sono tanti modi per farlo, quello di Eduardo non è certo l'unico.
Però a me questa scena ha cambiato la vita. Non nel senso pratico, infatti non faccio teatro né credo verrà mai il momento in cui metterò di nuovo i piedi sul legno del palcoscenico, l'ho fatto una volta sola quando avevo 12 anni in una recita scolastica e fu un'esperienza totalizzante, bellissima, che però poi ovviamente non si è più ripetuta.
Dicevo, mi ha cambiato la vita, nel senso che mi ha aperto un mondo, mi ha in un certo senso insegnato a godere ancora di più, e meglio, della magia di quest'arte.
A voi cosa ispira questo estratto? Io, ogni volta che riguardo Eduardo in questi panni, non posso fare a meno di avere i brividi.
Primo: brividi di... freddo. Sì, proprio freddo! Siamo in piena estate ma non vi capita, guardandolo, di pensare di sfuggita che quasi quasi un bel piatto di minestra calda...
Avete notato quando all'inizio cerca di accendersi la pipa con i fiammiferi? La posizione un pochino incurvata, fa freddo, il corpo si rannicchia come può... e i fiammiferi non si accendono, è l'umidità, deve essere quel freddo che ti entra nelle ossa, pungente, magari c'è pure un po' di vento: il bavero è alzato. Immaginatevi la scena senza il bavero alzato. Fatto? Ecco, appunto.
E per tutto il tempo, nonostante sia concentrato nel dire ciò che deve dire, il corpo, le spalle, la camminata e le mani, non li dimentica, ma li muove appena appena perché fa freddo, e quando fa freddo si gesticola poco per non far entrare gli spifferi nel cappotto! XD
Secondo: brividi per la sua bravura. Pochi movimenti gli bastano per essere padrone del palco, non ha bisogno di nient'altro... chissà quanto ci avrà pensato, quante prove avrà fatto per togliere tutto il superfluo, per limare le sue azioni in modo da essere credibile e vero senza troppi gesti che distrarrebbero il pubblico da ciò che sta dicendo! Ma avete visto la sua faccia? Ci sono molti modi in cui questo monologo potrebbe essere recitato, ma Eduardo era uno dei pochi in grado di incatenare il pubblico pur recitando in maniera così misurata, apparentemente dimessa. Di tanto in tanto un guizzo, ma il guizzo di un uomo vecchio e stanco in cui c'è, ma è stata bastonata, la passione per l'arte del recitare: il suo personaggio è il capo di una compagnia che ha appena perso il suo teatro, e lo è, non c'è niente da fare. Eduardo da vecchio è uno spettacolo, le sue rughe lo sono, e lui le usa per recitare meglio, le usa come un evidenziatore per sottolineare ciò che dice...
Terzo: brividi per ciò che dice. Questo pezzo mostra secondo me una vera e propria rivelazione. Non si sfugge, è il senso del teatro! La suprema arte di fingere, senza far finta che sia vero. Però LUI è vero, lui sì. Tutto il resto è finto, e te lo dice, te lo vuole far capire a tutti i costi che tutto il resto è finto: quella dietro di lui è una scenografia dipinta, il pavimento è fatto di assi di legno, non di lastroni di pietra perché quello non è un vero cortile, ma lui no. Lui è veramente il capo di una compagnia che ha perso il proprio teatro, e lui ha veramente freddo e fame, e infatti anche tu provi quelle stesse sensazioni, e provi quasi pena per quel povero disgraziato che sta lì a raccontarti quello che gli passa per la testa. Ha perso il suo palco e già pensa a come procurarsene uno nuovo, perché è più forte di lui.
Io, quando lo guardo, ho sempre la sensazione che sia quasi una richiesta che lui fa al pubblico: "gente, voi dovete capire. Voi siete pubblico, è vero, e noialtri recitiamo davanti a voi la nostra parte, ma voi dovete metterci del vostro. Noi vi diamo una storia e ve la rendiamo vera sotto ai vostri occhi, ma voi gli occhi dovete imparare a usarli bene. Se non volete impegnarvi, allora andate al cinema. Qua pure voi dovete fare la parte vostra."
Sembra quasi una confidenza che l'attore fa alla gente che lo guarda, eh sì perché lui sta spiegando una cosa a delle persone, lo sa benissimo che c'è qualcuno seduto là sotto, e a quel punto la commedia è iniziata e non è iniziata ancora. Fino a quando non arriva il giovane, sembra che lui voglia dirvi un segreto nell'orecchio, prima di iniziare, eppure ha già iniziato. Se non è magia questa, io non so cosa sia.
Questa scena è veramente un regalo.
E in voi cosa suscita? Cosa pensate di quello che Eduardo definisce "l'incantesimo del teatro"?
Pensate anche voi che, in quel luogo, la suprema verità sia stata, e sarà sempre, la suprema finzione?