In barca

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/9/2014, 16:31
Avatar

Vittorio Matteucci Admin


Group:
Administrator
Posts:
15,105

Status:


Finalmente qualche giorno in barca!
Da tempo avevo voglia di farlo, ma a parte qualche uscita con il FJ (barca da 4 metri per due persone) e qualche sparuta regata col team di dipartimento in cui mi volevano perché era obbligatoria la presenza di una donna e ad ingegneria meccanica non avevano molta scelta, non ne avevo mai avuto occasione.
Invece quest’anno… mi chiama un amico che d’estate fa lo skipper sulla barca di un altro e porta i turisti in crociera per le Sporadi e mi dice che devono portare la barca in Italia per della manutenzione e se voglio posso raggiungerli e partecipare al trasferimento.
Purtroppo il volo per Corfù era davvero troppo caro, quindi ho ripiegato su Brindisi e quindi ci siamo incontrati dopo la traversata.
La barca in questione è lunga 15 metri e ha quattro cabine per un totale di 10 passeggeri, più la cabina del marinaio che è praticamente una cella di rigore con wc attaccato al letto. :sick:
La condizione è ideale, solo quattro persone per quattro cabine e quattro bagni.
Io, il mio amico, il proprietario della barca e una passeggera che si è trovata molto bene in viaggio e a cui hanno chiesto di restare per il rientro.
Unico neo: proprietario e passeggera sono bresciani. Nooooooooooooooo, il solito accento alla Gabry!!! <_<
A Brindisi mi spiegano le regole fondamentali, facciamo un po’ di spesa (facciamo cambusa) e partiamo.
La sensazione di libertà è indescrivibile. Il profumo del mare, il vento addosso, il dondolio e il rumore delle onde tolgono completamente ogni pensiero.
Dopo soli due giorni il mondo sembra tutta un’altra cosa e quello che si è lasciato in città (lavoro, condominio, telegiornale, etc.) sembra lontanissimo e di nessuna importanza. :B):
Dopo il primo giorno di navigazione siamo arrivati a Bari e lì, tutti concordi, abbiamo cercato un posto in cui abbuff… ehm ristorarci.
L’abbiamo trovato e ci siamo letteralmente abbuff… ristorati con piatti tipici e con la tipica consuetudine di Puglia e Basilicata (almeno quella lato Puglia) di far ordinare solo primo e secondo e di portare poi tutto il resto (antipasti a volontà, frutta, dolce…). I miei compagni mangiano pesce, io cavatelli (a due dita) con ricotta marzotica, pomodoro e basilico, e zampina (Come, mangi le zampe? No, la zampina è la salsiccia di vitello).
Ho scoperto che in barca si dorme benissimo. La cabina, in realtà doppia, per una persona si rivela estremamente confortevole (in due bisognerebbe volersi molto bene, invece, per quanto si starebbe stretti). Il silenzio dei moli e il lieve dondolio dello scafo cullano in modo magnifico. :)
La pelle prende subito odore di sole e di mare, i vestiti talvolta si bagnano con un’onda dispettosa, ma si asciugano in fretta.
Tutto in barca è ancorato, fissato, stabilito: armadietti e cassetti sono tenuti chiusi da un gancino, in modo da non aprirsi e sbattere ad ogni movimento della barca. Le pentole di bloccano sui fornelli con delle staffe e la cucina è basculante per restare sempre orizzontale a prescindere dai movimenti della barca. ;)
Il bagno è essenziale: wc marino (lo scarico aspira acqua dal mare, frulla tutto e butta giù), lavandino con rubinetto estensibile che diventa doccia. La doccia bagna tutto il bagno e l’acqua che si raccoglie in un’intercapedine sotto alla pedana si scarica poi in mare.
Essere in quattro e subito affiatati si rivela perfetto. Siamo stati anche delle giornate intere senza parlarci: una cosa per me impagabile! La convivenza in un ambiente ristretto porta come conseguenza il dover per forza interagire, e poter invece avere i propri spazi mi è sembrato eccezionale. :shifty:
I pasti a bordo sono un momento particolare: nei momenti di vento forte, tipo il giorno che abbiamo navigato di bolina, quindi con lo scafo molto inclinato su un lato, ci siamo arrangiati ciascuno per sé con pane e companatico in mano, ma di sera ci si riunisce per il rito della pasta. I due uomini a bordo sono dei mangiatori eccezionali, fanno fuori mezzo chilo di pasta in due e mi rendo conto presto che non si può essere gentili: quello che non prendi subito non lo trovi più. Contrariamente al mio solito sono quindi costretta a riempirmi il piatto per non rimanere con molto appetito. Mangiamo sempre anche cose locali: pasticciotti, burrate, panzerotti… :D
Il giorno che passiamo sotto alle Tremiti decidiamo di prendere il tender (piccolo motoscafo di bordo) e scendere in spiaggia per visitare San Nicola. Bellissima, bellissima, bellissima!
Non è l’isola della villa di Lucio Dalla (quella è San Domino), ma anche qui la sua presenza è forte: targhe di ceramica con i suoi testi, museo dedicato a lui. Il mare è colmo di pesci, la stagione turistica è finita o quasi, e nessuno ormai li disturba.
Il tempo è davvero buono e due di noi hanno fretta di arrivare per impegni di lavoro, quindi decidiamo per la navigazione notturna.
Beh, da cittadina quale sono, ho passato tutto il tempo naso all’aria a guardare le stelle. Tante, tantissime stelle! Un numero inimmaginabile! Oltre a quelle più luminose e alle costellazioni maggiormente riconoscibili che si vedono nelle normali notti serene, ce n’è una quantità incredibile. Stelle, Via Lattea, stelle cadenti… E poi qualcosa di inaspettato e non identificato, che sulle prime sembra una nave da crociera in fiamme e invece è… la luna! Grande, rossa, sorge dal mare e si alza fino ad andare a prendere la sua posizione usuale. :o:
In mare ci siamo praticamente solo noi, in due giorni abbiamo visto un paio di altre barche e basta. La rotta viene impostata sul GPS (addio complicato carteggio) e viene mantenuta dal pilota automatico. Ci vuole sempre qualcuno di vedetta perché il pilota automatico non ha il radar e non evita gli ostacoli: quelli vanno evitati disattivandolo e timonando a mano. Il pilota automatico fa anche un po’ fatica quando il vento va a raffiche e lo costringe a correggere la rotta in continuazione. Anche in questo caso, meglio procedere a mano.
L’approdo nei porti è sempre divertente: tutti devono darsi da fare per aiutare. Sistemare i parabordi dal lato giusto e all’altezza giusta, ammainare le vele, preparare le scotte di poppa per l’ormeggio, prendere il mezzo marinaio per agganciare al volo il corpo morto. Insomma, ce n’è per tutti! Ma soprattutto, va capito dove dirigersi per ormeggiare. Il mio amico è un maestro nel confondere la gente con le chiacchiere e riesce ad ottenere ormeggi gratuiti praticamente ovunque. :rolleyes:
A terra si approfitta anche per riempire i serbatoi di acqua dolce (contengono complessivamente 900 litri, ma non sempre si ha la possibilità di riempirli) e ci si attacca alla corrente per tenere la batteria in carica e poter usare elettrodomestici più grossi tipo l’aspirapolvere. -_-
Il problema del carburante si rende subito evidente: non ne troviamo a Bari, Manfredonia, Vieste e facendo rapidi calcoli capiamo di non poter arrivare ad Ancona, ma di doverci fermare per forza prima. Puntiamo su Civitanova Marche. Il carburante però finisce prima di arrivarci, ma per fortuna non troppe miglia fuori. Il vento è quasi inesistente e ci piantiamo in mezzo al mare. Scarichiamo il tender, il cui motore ha ancora carburante (non è lo stesso da poter travasare, l’ho chiesto subito) e il mio amico scende e inizia a spingere col tender. Aiutato dal fiocco, riesce a far raggiungere alla barca quasi 3 nodi.
Nonostante le esortazioni a legare il tender, lui tarda a farlo e dopo un po’ resta senza benzina! Noi però, tra corrente, inerzia e fiocco, ci distanziamo subito, con lui che grida “Aspettatemi!” e cerca di muovere il tender con le braccia. :P
Con una virata lo avviciniamo e a braccia riesce ad arrivare. Si lega, gli passiamo la tanica e riempie il serbatoio per ricominciare a spingere. In vista del porto si stacca e va in avanscoperta per capire se c’è carburante e dove dirigerci, mentre noi entriamo a vele spiegate (pratica vietatissima, in porto si entra senza vele) facendo segno a tutti che governiamo poco ed è meglio che si tolgano davanti. Il tender si riattacca per frenarci, mentre ammainiamo il fiocco e finalmente facciamo carburante e ci dirigiamo ad Ancona.
L’altro piccolo inconveniente è il rumore che viene dal motore e che viene interpretato con qualcosa incastrato nell’elica. I due uomini, dopo aver disquisito sul modo migliore di sopportare il freddo in acqua, con o senza maglietta, si tuffano (uno con e uno senza) per liberare l’elica che in effetti ha agganciato un pezzo di rete da cozze (a vista sembra la rete di un Supertele). :unsure:
L’altra grande mangiata ci aspetta a Marina di Ravenna dove il mio amico conosce un posto che, oltre al ristorante, ha dei tavoli riservati ai cartocci, cioè a quelli che comprano il cibo da asporto messo in vaschette di alluminio. Io, che in teoria non mangio pesce, riesco ad ingurgitare una porzione doppia di sardoncini alla romagnola. Saporitissimi, per quanto non propriamente leggeri.
Avere compagni di viaggio che apprezzano anche la cucina è un’altra cosa particolarmente apprezzabile.
Le discese a terra, specie in località non propriamente, o non solo, turistiche, sono divertenti perché ci guardano tutti. Non siamo eleganti, ma abbiamo magliette e cerate da barca e forse sembriamo dei profughi.
Ma noi ci sentiamo liberi e felici e la cosa non ci interessa. :woot:
In un mercatino compriamo dell’alta letteratura (Topolino e Diabolik) e passiamo un pomeriggio a leggere gli albi, scambiarceli e prendere in giro chi ci mette troppo a finire il suo fermando il giro di scambi.
Insomma, stiamo bene e ce ne freghiamo del mondo.
Il rientro è traumatico. Approdiamo a Porto Garibaldi (FE), mettiamo in ordine e puliamo la barca, almeno sommariamente, e tristemente scendiamo. :(
Sempre come dei profughi, con sacche a spalla e borsoni, prendiamo un autobus per arrivare in stazione a Ferrara e ci sentiamo dei disadattati poco avvezzi alle auto e ai rumori.
Lì ci separiamo.
Ma non c’è niente come il mare: la pace, il silenzio, l’emozione, l’odore, il colore. Niente, che sia calmo o che sia agitato.
In nessun momento ci si sente così liberi e così vivi. :cry:
 
Web  Top
ManuelaP
view post Posted on 18/9/2014, 18:11




CITAZIONE (Andracass @ 18/9/2014, 17:31) 
Unico neo: proprietario e passeggera sono bresciani. Nooooooooooooooo, il solito accento alla Gabry!!! <_<

-_- <_<


CITAZIONE (Andracass @ 18/9/2014, 17:31) 
...preparare le scotte di poppa per l’ormeggio, prendere il mezzo marinaio per agganciare al volo il corpo morto.

:blink: :ehm: Che è il corpo morto??? :alienff:

Io ho fatto solo dei giri in barca a vela sul lago di Garda, e quando scendevo nella cabina stavo troppo male, nel sentirmi dondolare senza vedere fuori... :sick:


Insomma ti sei rigenerata!! Non vi siete dati dei nomi pirateschi con cui chiamarvi?? :pirata: :D
 
Top
claudiaeludo
view post Posted on 18/9/2014, 22:10




La navigazione notturna, la luna che sorge, le stelle cadenti e la via lattea...Quale altro viaggio ti regala questa sensazione di essere parte di questo spettacolo della natura? Trovare poi dei compagni di viaggio con cui stare in piena sintonia, anche se bresciani :P , rendono tutto perfetto. Però un pasticciotto potevi anche spedirmelo! Li adoro! :wub:

Edited by claudiaeludo - 19/9/2014, 12:42
 
Top
ManuelaP
view post Posted on 19/9/2014, 00:11




CITAZIONE (claudiaeludo @ 18/9/2014, 23:10) 
Trovare poi dei compagni di viaggio con cui stare in piena sintonia, anche se bresciani 😅...

Ma.. ma.... e allora???? :cart25: -_-
 
Top
grazia++
view post Posted on 19/9/2014, 06:36




Beh, MT, sono contenta che tu sia riuscita a fare questa esperienza: mi avevi parlato con entusiasmo di questa tua passione e difficilmente ti ho sentita parlare con altrettanto trasporto di altri argomenti! Bella esperienza e bel racconto, grazie. :D
 
Top
view post Posted on 19/9/2014, 20:35
Avatar

Vitto-fun

Group:
Member
Posts:
10,425
Location:
Sapphire Planet

Status:


Racconto favoloso, MT, davvero. Dev'essere stata un'esperienza splendida.
Il senso di libertà che si prova andando in barca è qualcosa di incredibile, io l'ho provato solo per una giornata, in Sardegna, ma navigare a vele spiegate dà quasi la sensazione di volare. :)
Unico mio neo: ero imbranatissima nell'eseguire gli ordini che mi venivano dati e credo che tutt'oggi sarebbe la stessa cosa. :unsure:
 
Top
5 replies since 18/9/2014, 16:31   52 views
  Share